Quando acquisti un libro cartaceo, quel libro è tuo. Lo puoi riporre nella tua libreria, lo puoi prestare, leggere e rileggere fino a consumarne la copertina, puoi addirittura donarlo o scambiarlo. Se qualcuno cercasse di portartelo via, potresti anche reagire, avendo ragione, è tuo! Oggi, invece, viviamo in un’epoca in cui ciò che paghi non ti appartiene più. Benvenuti nell’era del diritto digitale proprietario, dove la parola “acquisto” è una bugia legalizzata e l’illusione della proprietà è venduta a caro prezzo.
In un mondo dominato da piattaforme e licenze d’uso, non possiedi nulla. Le canzoni, i videogiochi, i film e persino i libri che credi di avere, in realtà non sono tuoi. Sono concessi in licenza e chi te li vende può toglierteli quando vuole. Lo hanno già fatto. Lo stanno facendo adesso. E continueranno a farlo, finché glielo permetteremo.
Ecco alcuni esempi recenti:
- 2019 – Microsoft chiude il suo negozio di eBook. Risultato? Tutti i libri digitali acquistati dagli utenti cancellati. Nemmeno accessibili offline, a causa del DRM e dell’autenticazione online.
- 2022 – PlayStation elimina dalla libreria utenti i film già acquistati. Titoli come John Wick e Paddington semplicemente spariscono.
- 2024 – Ubisoft rende ingiocabile il gioco The Crew, anche per chi l’ha comprato in copia fisica. Il gioco era tuo? No, era loro. E te l’hanno tolto!
- 2025 – Amazon rimuove l’opzione “Scarica e trasferisci via USB” dal Kindle. Addio alla possibilità di salvare o togliere il DRM ai tuoi eBook. Anche quelli pagati.
E, come se non bastasse, ora stanno modificando i contenuti direttamente nei tuoi dispositivi. I testi di autori come Roald Dahl, Agatha Christie, R. L. Stine vengono riscritti senza il tuo consenso, senza avvisarti. La tua libreria personale non è più tua. L’industria digitale ha realizzato una tra le più perfette forme di controllo e sorveglianza culturale della storia moderna. Non possiedi ciò che leggi, non possiedi ciò che ascolti e nemmeno ciò che giochi. Hanno venduto l’idea di proprietà, ma in realtà ti hanno affittato l’accesso. E lo possono revocare quando vogliono. Non è solo una questione tecnica o di profitto, è politica. È una lotta per la libertà, per la dignità dell’utente, per il diritto di possedere ciò che si paga. Aspettare senza fare niente, non produrrà alcun risultato. Dobbiamo alzarci in piedi e riprendere il controllo.
Dobbiamo decidere di essere noi il cambiamento, ma come? Domanda lecita, di chi esige giustizia e rispetto.
Cosa puoi fare:
- Ospitare autonomamente i propri dati. Creando un homelab, usando server personali, così da proteggere i propri file da cancellazioni arbitrarie.
- Scegliere software libero e open source. Le comunità libere creano strumenti che rispettano la nostra libertà.
- Evitare piattaforme che impongono DRM. Acquistando da fonti che permettono il vero download e l’uso offline.
- Archiviare localmente una copia su disco, vale più di mille promesse cloud.
George Orwell, in 1984, aveva previsto tutto:
“Nulla vi apparteneva, se non quei pochi centimetri cubi che avevate dentro il cranio.”
