Promesse tradite e ingiustizie sociali: Il vero volto del Governo Meloni.

Compagn* e cittadin* è con un senso di profonda delusione e indignazione che mi trovo oggi a fare un bilancio dell’operato del Governo Meloni. Le promesse fatte durante la campagna elettorale si sono rivelate parole vuote, mentre le azioni intraprese hanno solo aggravato le disuguaglianze e le ingiustizie sociali nel nostro Paese. È dovere di tutti, per non dire un obbligo morale, denunciare queste mancanze e chiedere un cambiamento radicale per il bene dell’Italia. Questo articolo non avrà alcun peso politico, ma sicuramente avrà un peso morale, almeno per il sottoscritto. Cercherò di stilare alcuni punti e di correlare loro alcune piccole riflessioni personali, che spero condividiate.

Il crollo vertiginoso della produzione industriale
Da 24 mesi consecutivi la produzione industriale del nostro Paese subisce un crollo inesorabile. Non si tratta di un imprevisto, né di una contingenza sfavorevole: è il risultato diretto di scelte politiche che hanno tradito il bene comune in nome di un’ideologia di mercato che protegge i privilegi e sacrifica il lavoro, caratteristica principale del capitalismo liberale. Il Governo proclama di voler sostenere le imprese, ma ignora che senza una politica industriale lungimirante, senza investimenti pubblici, senza la difesa del lavoro produttivo, l’impresa stessa è destinata al declino. Questo disastro non è solo economico: è sociale e morale. Ogni fabbrica che chiude, ogni linea produttiva che si spegne, rappresenta un colpo al cuore della Repubblica fondata sul lavoro. Queste politiche aggravano le disuguaglianze, lasciano indietro i ceti popolari e minacciano la coesione nazionale. Occorre un cambio di rotta profondo, che rimetta al centro la dignità del lavoro, la solidarietà sociale e la programmazione democratica dell’economia.

Aumento minimo per le pensioni minime
Le pensioni minime dovevano essere una priorità del Governo. Un aumento minimo c’è stato, molto minimo: soli 1,80 euro al mese, una miseria che non riesce a garantire una vita dignitosa agli anziani e suona più come una presa in giro. Non è un aiuto, non è una misura di giustizia: è una cifra offensiva, che nega la dignità. Si tratta di un atto grave non solo per ciò che manca nelle tasche degli anziani, ma per ciò che rivela dell’indirizzo morale di chi governa. È il segno di una politica insensibile, incapace di cogliere il senso profondo della solidarietà tra generazioni e del dovere che la Repubblica ha verso i più deboli.

Giovani fuggiaschi
La maggioranza ha avuto la presunzione di affermare di aver adottato un approccio ampio per dare risposte ai giovani. La cruda realtà ci dice che nel 2024 sono 191.000 i giovani italiani che hanno scelto di emigrare all’estero in cerca di migliori opportunità. Questo fenomeno è la prova tangibile dell’inadeguatezza del governo di offrire prospettive concrete ai giovani, spingendoli a cercare fortuna altrove e privando l’Italia del loro potenziale futuro. È un fallimento che graverà sulle prossime generazioni e che dimostra l’incapacità di questo governo di costruire un futuro per i nostri giovani.

La beffa della tassazione degli extraprofitti delle banche
Durante la campagna elettorale, la Premier Giorgia Meloni aveva promesso solennemente di tassare gli extraprofitti delle banche al 40%, una misura che avrebbe dovuto portare un significativo gettito fiscale nelle casse dello Stato. Ebbene, compagn*, la realtà è ben diversa: ad oggi lo Stato non ha recuperato neppure un euro con la cosiddetta “Tassa Meloni”. Questa mancata tassazione non solo ha privato il bilancio pubblico di risorse preziose, ma ha anche dimostrato l’incapacità di questo Governo di mantenere le promesse fatte, tradendo la fiducia dei cittadini e aggravando le disuguaglianze economiche.

L’affronto dell’aumento degli stipendi dei ministri
Il partito Fratelli d’Italia ha avuto l’ardire di sostenere che fosse giusto aumentare gli stipendi dei ministri, mentre milioni di italiani lottano per riuscire nell’intento di arrivare a fine mese. L’aumento di circa 2.000 euro al mese è stato approvato in un contesto di povertà crescente e difficoltà economiche. Questa decisione è un vero e proprio affronto alla dignità dei lavoratori e delle loro famiglie, soprattutto se si considera che il governo ha osteggiato l’introduzione di un salario minimo. L’aumento degli stipendi dei ministri è una dimostrazione di insensibilità e distacco dalla realtà quotidiana dei cittadini.

Il fallimento clamoroso nella Sanità Pubblica
Un’altra promessa significativa riguardava l’abbattimento delle liste di attesa nella Sanità Pubblica. Il Governo aveva assicurato che sarebbe intervenuto con un decreto per risolvere questo problema. Tuttavia, nel 2024, un italiano su dieci ha rinunciato alle cure mediche a causa delle lunghe attese. Questo dato è la prova di un fallimento clamoroso e dell’incapacità del Governo di destra di garantire un accesso tempestivo alle cure sanitarie, mettendo a rischio la salute dei cittadini e aggravando le disuguaglianze sociali.

Inganni e rimpatri
La Premier Meloni ha avuto l’audacia di dichiarare che il governo aveva rimpatriato il 25% dei migranti trattenuti nei CPR albanesi. Questa affermazione, apparentemente significativa, si è rivelata essere un dato fuorviante e ingannevole: in realtà, si trattava solo di 9 persone. Questo dato è stato utilizzato per nascondere, per l’ennesima volta, il fatto che i CPR in Albania sono stati un fiasco colossale. Questa discrepanza tra le dichiarazioni e la realtà solleva seri dubbi sull’efficacia delle politiche migratorie del governo e sull’uso dei dati per sostenere le proprie affermazioni, dimostrando una volta di più la mancanza di trasparenza e onestà.

Il peso insostenibile della Pressione fiscale
Infine, il Governo ha affermato che il Fisco deve aiutare, non opprimere. Tuttavia, nel 2024, la pressione fiscale in Italia è aumentata al 42,6% del PIL. Questo aumento ha avuto un impatto insostenibile su cittadini e imprese, mettendo a dura prova la loro capacità di sopravvivenza e dimostrando l’incapacità del Governo di alleggerire il carico fiscale. È un peso insostenibile che graverà sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie.

L’aumento inaccettabile della povertà e delle disuguaglianze
I dati dell’ISTAT parlano un linguaggio semplice e terribile: ci sono oggi 850.000 famiglie in più precipitate nella povertà. Non è un semplice numero. È una moltitudine di volti, di vite, di drammi quotidiani. È il segno tangibile che le politiche sociali messe in atto dal Governo non solo sono fallite, ma hanno aggravato le disuguaglianze e moltiplicato la sofferenza. Questo aumento inaccettabile della povertà rappresenta un atto d’accusa contro un modello economico che ignora i bisogni essenziali delle persone, che esclude invece di includere, che divide invece di unire. È il segno di un potere politico che ha smarrito il senso della sua missione: costruire una società più giusta, più umana, più solidale.
La lotta alla povertà non può essere affidata né alle promesse né alla beneficenza, ma debba diventare il fondamento stesso dell’azione pubblica. Occorre restituire alla politica il suo significato più alto: servire il popolo, e in primo luogo chi ha di meno, chi è lasciato indietro, chi non ha voce. È incompiuta quella democrazia che tollera livelli crescenti di miseria e disuguaglianza

Conclusioni
Compagn*, l’analisi delle promesse non mantenute e delle azioni controverse del Governo Meloni rivela un quadro desolante e preoccupante. Le aspettative create durante la campagna elettorale sono state tradite e le politiche intraprese hanno spesso avuto un impatto disastroso sulla popolazione. Questo Governo ha dimostrato di essere incapace di rispondere alle esigenze dei cittadini e di garantire un futuro migliore per l’Italia. È necessario un cambiamento radicale e immediato per salvare il Paese dalla crisi e dall’insensibilità di chi ci governa. Vorrei sottolineare che avrei potuto citare anche il DL Sicurezza, un argomento delicato e ampio che merita un approfondimento a parte. Preferisco, quindi, creare in futuro un articolo dedicato per analizzare in dettaglio questa questione cruciale. Compagn*, è tempo di unirci e lottare per un’Italia più giusta e solidale, un’Italia che rispetti i diritti dei lavoratori e garantisca un futuro di speranza e dignità per tutti.